RASSEGNA VIACONVENTO, IN SALA AFFRESCHI IL 13 MARZO IL LIBRO 'CANTI DI SARDEGNA'

Nell'ambito dell'edizione 2024 della Rassegna ViaConvento presso la Sala dell'Affresco proseguono gli appuntamenti dedicati alla letteratura sarda. Mercoledì 13 marzo 2024, ore 17.30, l’Ex Convento dei Cappuccini ospita la presentazione del libro di Giulio Fara “Canti di Sardegna. L’anima del popolo sardo”.

Data:
11 marzo 2024

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Nell'ambito dell'edizione 2024 della Rassegna ViaConvento presso la Sala dell'Affresco proseguono gli appuntamenti dedicati alla letteratura sarda. Mercoledì 13 marzo 2024, ore 17.30, l’Ex Convento dei Cappuccini ospita la presentazione del libro di Giulio Fara “Canti di Sardegna. L’anima del popolo sardo”.

Pubblicato per la prima volta nel 1923, il libro è stato ristampato dall’editore Carlo Delfino. A raccontare la straordinaria opera di Giulio Fara (dal 1923 al 1949 docente di Estetica, bibliotecario e segretario tecnico al Liceo Musicale “Rossini” di Pesaro) i due curatori del volume, Marco Lutzu e Myriam Quaquero. Dialogherà con i curatori la giornalista Paola Pintus.

Studioso poliedrico e ricercatore appassionato della storia della musica italiana, Giulio Fara è oggi ricordato soprattutto per il suo lavoro di valorizzazione della "musica del popolo", a cui dedicò molti saggi su varie riviste musicali di rilievo nazionale. Pioniere dell’etnomusicologia in Italia, coniò per la prima volta il termine di "etnofonia". Al centro dei suoi studi le pratiche vocali e strumentali usate nell’isola, nonché ricerche sugli strumenti musicali sardi più antichi, come le launeddas o su sulitu (flauto di canna).

Antologia dalla veste sontuosa, frutto di una collaborazione con l’editore Ricordi, “Canti di Sardegna. L’anima del popolo sardo” compendia trentasette melodie selezionate da Giulio Fara per rappresentare l’intera Isola. Nelle sue oltre 200 pagine, l’opera riporta testi e spartiti di motivi tradizionali sardi che ripercorrono il ciclo della vita, dalla nascita alla morte, accompagnati da dodici splendide xilografie del pittore romano Virgilio Simonetti che illustrano usi e costumi isolani legati al mondo della musica.

Se la melodia «…è rimasta sempre pura, integra e quale il popolo sardo l’ha espressa», del tutto originali sono invece le parti pianistiche proposte dal Fara con lo scopo di avvolgere le melodie «per mettere solo in rilievo il carattere psicologico del canto, …l’ambiente in cui esso è solito vibrare, …tutta la cornice ambientale che suole far accompagnamento e senza il quale il canto non sembra più lo stesso».

Giulio Fara continuerà fino alla sua morte la collaborazione con il Conservatorio di Pesaro, con una parentesi nel 1943 quando subì una temporanea radiazione dal ruolo per la sua opposizione al regime fascista, al quale decise di non aderire neppure formalmente.

Nato a Cagliari il 4 dicembre 1880, Mario Giulio Fara fu docente di Solfeggio ed Armonia nella Scuola Municipale di Musica di Cagliari e poi professore di Canto corale nelle scuole magistrali cittadine. Nel 1923 venne assunto al Liceo Musicale “Rossini” di Pesaro come docente di Estetica, nonché bibliotecario e segretario tecnico. Fara vivrà nel centro marchigiano quasi fino alla morte, il 9 ottobre 1949.

 

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Aggiornamento:
13/03/2024, 09:12

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