All'Ex Convento dei Cappuccini un'altra mostra di respiro internazionale: 'Oltreuomo' presenta opere di Magritte, De Chirico, Sironi e Klinger
Dettagli della notizia
Inaugurata oggi, sarà visitabile sino al 6 gennaio 2026.
13 Dicembre 2025
1 Min
Il Natale porta gioia, allegria, tradizioni e, nel caso di Quartu, arte. Anche quest’anno infatti durante il periodo delle festività di fine anno la città ospita una mostra dal sapore internazionale, con capolavori della pittura realizzati da artisti di calibro internazionale, capaci di annullare il tempo e farsi apprezzare da diverse generazioni. È stata inaugurata oggi all’Ex Convento dei Cappuccini ‘OltreUomo – Il Magritte che non ti aspetti’, con opere di Magritte, De Chirico, Sironi e Klinger.
“Sulla scia del percorso avviato 4 anni fa, che ha portato a Quartu opere di artisti senza tempo quali, tra gli altri, Goya, Piranesi, Guercino, Giordano Van Dyck, rinnoviamo l’impegno nel proporre un’esposizione di respiro internazionale, capace di posizionare Quartu all’interno di un circuito artistico di livello e di dare alla cittadinanza materia di crescita culturale - spiega il Sindaco Graziano Milia -. Poter godere della bellezza dell’arte è un impegno e insieme una scommessa che cresce di anno in anno e che riscuote sempre più interesse. I numeri dei visitatori, il fermento creato, l’attenzione della gente non solo confermano che una realtà come la nostra può fare iniziative di questo genere, ma ci spingono a continuare su questa strada”.
Il concetto di Superuomo (Übermensch) è uno dei più noti e fraintesi della filosofia di Friedrich Nietzsche. Introdotto principalmente nell'opera ‘Così parlò Zarathustra’ (1883-1885), il Superuomo non rappresenta semplicemente un essere superiore dal punto di vista fisico o intellettuale, ma incarna un ideale di trascendimento dell’uomo stesso, un superamento dell’uomo moderno decadente e dei suoi valori morali. La mostra intende esplorare il significato del Superuomo, le sue radici filosofiche, il suo ruolo nella critica alla morale tradizionale e nella proposta di una nuova etica dell’autonomia e della creazione.
Per comprendere il Superuomo, è essenziale partire dal contesto filosofico in cui nasce. Nietzsche annuncia la “morte di Dio” come evento epocale: non si tratta della negazione teologica di un Dio creatore, quanto piuttosto della crisi dei valori assoluti su cui l’Occidente ha fondato per secoli la propria cultura. Con la fine della fede in Dio, viene meno anche il fondamento della morale tradizionale, basata su un ordine trascendente e immutabile. Questo vuoto di senso è ciò che Nietzsche chiama nichilismo: la consapevolezza che i vecchi valori non valgono più, senza che ne siano stati ancora creati di nuovi. In questo contesto si colloca il Superuomo. Esso non è un essere mitico o un ideale utopico, ma un simbolo dell’uomo che riesce a superare se stesso, creando nuovi valori e vivendo secondo la propria volontà di potenza. È creatore di valori, non più sottomesso alla morale del risentimento; accetta la vita in tutte le sue manifestazioni, anche nel dolore e nella sofferenza, incarna la ‘volontà di potenza’, intesa non come dominio sugli altri, ma come capacità di affermare sé stessi. Il concetto di Superuomo è stato spesso frainteso e strumentalizzato, in particolare dal regime nazista, che lo ha associato arbitrariamente a un ideale razziale e totalitario. In realtà, Nietzsche era profondamente critico verso il nazionalismo, l’antisemitismo e lo Stato autoritario. Il Superuomo non è quindi un dominatore degli altri, ma colui che domina se stesso, che ha il coraggio di vivere senza certezze assolute, prendendo su di sé la responsabilità del senso della propria esistenza.
In questo contesto la mostra intende creare elementi di spunto assemblando tre capolavori di Magritte, De Chirico e Sironi e alcune incisioni di Max Klinger. Gli artisti in questione, direttamente e indirettamente, hanno infatti manifestato il pensiero di Nietzsche, pur nelle loro differenze.
“Oltreuomo è il titolo che abbiamo voluto dare a questa mostra che porta a Quartu tre grandi maestri quali Magritte, Sironi e De Chirico, unitamente a una collezione unica del 1881 di Klinger - spiega il Direttore Artistico Walter Marchionni -. Il tema conduttore è il pensiero di Nietzsche, che accomuna le grandi opere esposte e che viene sviluppato anche dagli artisti contemporanei, nei quadri realizzati per l’occasione. Il sottotitolo della mostra - il Magritte che non ti aspetti - , vuole rappresentare il capolavoro realizzato dal pittore nel 1926, in piena fase metafisica, dopo essere stato illuminato dal suo mentore Giorgio De Chirico, come lui stesso spiega nel 1965 in un testo storico indicandolo come uomo della svolta per le avanguardie”.
Magritte e Nietzsche, pur operando in ambiti diversi - la filosofia e l’arte visiva -, mettono entrambi in discussione le fondamenta della realtà percepita, della morale convenzionale e della soggettività umana. Le retour du chercheur, L’opera del pittore belga esposta a Quartu, è emblematica e rappresentativa di quella tensione tra apparenza e realtà che è centrale in molte opere di Magritte, in particolare in ‘La trahison des images’ (1929). In essa compare la celebre scritta ‘Ceci n’est pas une pipe’ sotto l’immagine di una pipa. L’opera costringe l’osservatore a interrogarsi sulla relazione tra l’oggetto e la sua rappresentazione, tra il linguaggio e il mondo. Questa riflessione è sorprendentemente affine al pensiero di Nietzsche, che nella sua opera ‘Sull’utilità e il danno della storia per la vita’ afferma che “non esistono fatti, solo interpretazioni”. Il superuomo è colui che non si lascia ingannare dai simulacri del linguaggio e delle convenzioni sociali: egli crea nuovi significati, esattamente come Magritte invita a fare attraverso l’arte.
Composizione metafisica di Mario Sironi è una di quelle figure maschili tipiche dell’artista, che sono spesso massicce, immobili, ieratiche, in pose solenni e plastiche. Questi uomini, lavoratori, costruttori, pensatori, sembrano incarnare un’umanità nuova, rigenerata, simile all’ideale nietzscheano.
Nella Figura del XVI° secolo Giorgio De Chirico ha voluto rappresentare l’uomo di un’epoca di forti tensioni, in cui esso vive tra l’ottimismo rinascimentale e le nuove fratture religiose, politiche e scientifiche. L’uomo si sente al centro del mondo e capace di dominare la realtà attraverso ragione, esperienza e arte. Una fiducia nuova nelle capacità intellettuali e tecniche dell’individuo: è l’ideale dell’uomo universale, esperto in più campi. Non sono individui comuni, ma simboli di forza e di destino. L’assonanza con il superuomo di Nietzsche è straordinaria nel concetto: qui De Chirico rievoca la figura dell’uomo del XVI secolo, trasfondendo in essa incidentalmente ma molto probabilmente, l’idea stessa di superuomo.
Negli Intermezzi di Max Klinger, l’individuo è mostrato in situazioni volutamente anomale, paradossali, ironiche o inquietanti; spesso è solo, colto in atti che sfidano le convenzioni sociali. Qui Klinger si avvicina alla critica nietzscheana della morale (in particolare cristiana e borghese), ma anche alla promozione di un soggetto capace di autoaffermazione, al di là di regole imposte dall'esterno. Come Nietzsche invita l’uomo a farsi creatore di valori, così Klinger rappresenta personaggi che si misurano con un mondo caotico, non regolato da norme stabili, alla ricerca di un proprio percorso. Klinger sonda dimensioni oniriche, ossessive, simboliche; la logica narrativa è discontinua e frammentata. Ciò rispecchia l’idea nietzscheana che la vita è dominata da forze istintive, dionisiache, non riducibili a razionalità e controllo. Il mondo degli Intermezzi è simile all’universo tragico nietzscheano, dove la ragione non domina, l’uomo è sospinto da impulsi profondi.
Come per le mostre precedenti, la Direzione Artistica, coadiuvata dal Comitato Scientifico del Museo Magmma, ha coinvolto nel progetto alcuni artisti selezionati e provenienti dall’esperienze del Premio Marchionni: Alessandro Botti, Paride Di Stefano, Giuliano Giagheddu, Stefano Invernizzi, Rosy Mantovani, Carmina Moschella, Ivan Toninato, Alfredo Torsello e Luca Vallotta. Le loro opere, esposte fronte Sala dell’Affresco, completano l’esposizione con una rivisitazione legata alla contemporaneità.
La mostra è finanziata dal Comune di Quartu Sant’Elena, con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione di Sardegna. Gli allestimenti sono del Museo Magmma Villacidro – che proprio quest’anno festeggia il decennale – e la Direzione artistica è di Walter Marchionni. Sarà aperta al pubblico tutti i giorni, dal 13 dicembre 2025 al 6 gennaio 2026, con orari di apertura dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 19. Sono previste visite guidate il sabato - la mattina alle 9, alle 10 e alle 11 e il pomeriggio alle 16, alle 17 e alle 18 - e la domenica su prenotazione, scrivendo alla mail
Quartu Sant’Elena, 13 dicembre 2025.
Il dettaglio delle opere esposte:
- Renè MAGRITTE - Le retour du chercheur, pittura a olio su tela, cm 74 x 117 - 1926;
- Mario SIRONI - Composizione metafisica, tempera su carta, cm 72,5 x 79,5 - 1944;
- Giorgio DE CHIRICO – Figura del XVI° secolo, olio su tela, cm 29,8 x 19,8 - 1937/39;
- Max KLINGER – Bär und Elfe, acquaforte e acquatinta, mm 414x290 - 1881;
- Max KLINGER – Am Meer, acquaforte e acquatinta, mm 213x403 - 1881;
- Max KLINGER – Kämpfende Centauren, acquaforte e acquatinta, mm 410x267 - 1881;
- Max KLINGER – Mondnacht, acquaforte e acquatinta, mm 414x300 - 1881;
- Max KLINGER –Bergsturz, acquaforte e acquatinta, mm 424x299 - 1881;
- Max KLINGER – Gefallener Reiter, acquaforte, mm 365x230 - 1881;
- Max KLINGER –Verfolgter Centaur, acquaforte e acquatinta, mm 210x408 - 1881;
- Max KLINGER –Simplicius unter den soldaten, acquaforte, mm 268x421 - 1881.
A cura di
Persone
Luoghi
Galleria di immagini
Allegati
Dataset
Ultimo aggiornamento
13 Dicembre 2025