Anche la testimonianza del Sindaco nel progetto dei giovani quartesi 'Ricucire i fili di memoria antifascista'
Dettagli della notizia
L'iniziativa è inserita nel programma “Si può fare insieme alle nuove generazioni” di Cantiere giovani.
14 Maggio 2025
1 Min

La memoria è un filo sottile, fragile ma tenace, che lega le generazioni in quelle che gli storici chiamano “le lealtà invisibili”. A Quartu Sant’Elena un gruppo di giovani ha deciso di afferrarlo, e di ricucirlo, tessendo un arazzo di storie che parlano di coraggio, di libertà, di passione e resistenza. Il progetto “Ricucire i fili di memoria antifascista quartese”, promosso con il supporto di Arcoiris ODV e inserito nel programma “Si può fare insieme alle nuove generazioni” di Cantiere giovani, è un invito alla comunità: non dimenticare, riscoprire, custodire. Lo fa attraverso l’oralità, quel racconto vivo che passa di bocca in bocca, da padre a figlio, da nonno a nipote, e diventa un’eredità preziosa.
E in questo viaggio nella storia c’è anche la voce di chi, quella storia, l’ha respirata fin da bambino. È l’autorevole voce del Sindaco di Quartu Sant’Elena, Graziano Milia, che intervistato da Eva Zara si è lasciato andare ai ricordi. La sua è una testimonianza che cammina dentro la storia e affonda negli affetti, nei valori che non si insegnano ma si assorbono. “Da bambino sedevo sulle gambe di Emilio Lussu”, racconta con un sorriso, “mi chiamava Grazianeddu. Era affettuoso, soprattutto quando Joyce non c’era”. Lussu, figura titanica della Resistenza e del sardismo, è stato per Milia un modello e una presenza viva, quasi familiare. “Da lui ho imparato il coraggio”, dice, “e da mio padre, Francesco, socialista lussiano, i valori della libertà”. Francesco Milia, ex politico, giovane dirigente del movimento operaio nel Sulcis, segretario di Federazione a Sassari e Nuoro, consigliere regionale del PSIUP, ha trasmesso al figlio un’etica fatta di impegno e dignità. “La libertà è un fuoco da custodire” avverte il Sindaco, e lancia un monito: “La democrazia non è mai scontata e va difesa contro ogni forma di prevaricazione. Non temo che il fascismo, in quella forma storica, possa tornare. Ma guai ad abbassare la guardia: i valori costituzionali non sono scontati e sono fragili. Nel mondo soffia un vento pericoloso, per questo bisogna stare in allerta”.
Il progetto “Ricucire i fili” nasce per raccogliere frammenti di memoria. Attraverso ricerche archivistiche e video-interviste ai discendenti di chi si oppose al fascismo - con le armi, con la disobbedienza, con la parola - i giovani di Quartu vogliono ricostruire il mosaico della loro città. Non solo nomi e date ma storie vive: il partigiano che sfidò il regime, l’ex Sindaco che non prese la tessera del fascio, il cittadino qualunque che seppe dire “no”. Eva Zara, portavoce del gruppo, spiega: “La memoria antifascista è un patrimonio che appartiene a tutti. Ogni testimonianza è un filo che ci aiuta a ricostruire il tessuto della nostra storia comune”.
L’appello è chiaro: chiunque abbia una storia da condividere - un racconto di famiglia, un ricordo tramandato - può contattare il team all’indirizzo
A cura di
Ultimo aggiornamento
14 Maggio 2025