Al Nuraghe Diana emerge il villaggio e anche resti di pasti legati al mare, continua il percorso di valorizzazione

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Dal 12 luglio riprendono gli appuntamenti con la rassegna Incanti.

Data:

07 Luglio 2025

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Quasi a testimoniare le capacità del popolo nuragico di dialogare con le altre civiltà, il Nuraghe Diana ancora oggi si erge imperioso sul colle di Is Mortorius. Guarda al mare e continua a regalare sorprese.  Gli scavi della Soprintendenza archeologica, ripresi di recente dopo quasi 20 anni di stop, hanno riportato alla luce un villaggio nuragico che dà ulteriore conferma del ruolo strategico esercitato da questa porzione del territorio già diversi millenni orsono.

Continua quindi l’impegno dell’Amministrazione comunale volto alla valorizzazione del sito archeologico, situato in una posizione strategica a controllo delle vie di accesso dal mare verso l’entroterra, e inserito nell’elenco dei monumenti nuragici proposti all’Unesco come patrimonio dell'umanità. L’obiettivo è non limitarsi alla fruizione esclusivamente nel periodo estivo, ma espandere il periodo di visite e la frequentazione del complesso lungo tutto il corso dell’anno.

Nel litorale quartese sono ben 38 gli insediamenti nuragici identificati e il Nuraghe Diana è senza dubbio il più suggestivo in considerazione della posizione strategica, ad appena 150 metri dal mare, delle sue peculiarità archeologiche e delle curiosità che custodisce. Fu costruito in piena civiltà nuragica per controllare il porto e le rotte marittime, e infatti la tradizione più antica lo chiama ‘Janna’, che in sardo significa ‘porta’, ad indicare l’accesso diretto al Mediterraneo. La struttura è costituita da una torre centrale, due torri frontali, un vano scala e un villaggio circostante ancora in fase di scavo. Durante la Seconda Guerra Mondiale la sua sommità si è trasformata in una torre di avvistamento militare, integrata alla batteria antinave “Carlo Faldi”, di cui restano visibili percorsi sotterranei, bunker e postazioni per le armi.

“La ripresa degli scavi al nuraghe Diana è un fatto sicuramente positivo - commenta il Sindaco Graziano Milia -. Sta dando risultati sorprendenti e credo che occorra continuare. Questi scavi sono iniziati tantissimi anni fa, con fondi esclusivamente comunali, quando sono stato Sindaco la prima volta. Adesso finalmente c’è stato un riconoscimento anche da parte del Ministero con delle risorse utili a continuare gli scavi. Mi auguro che anche la Regione da questo punto di vista possa dare una mano. Rimane la necessità di rendere più accessibile questo sito, ovviamente salvaguardandolo, ma trovando il modo di creare parcheggi, cosa che allo stato attuale non ci è consentita dalla normativa. D’accordo con la Sovrintendenza, la mia volontà è quella di avviare un tavolo comune con la Regione, con la Tutela del Paesaggio, per verificare che cosa si può realizzare, tenuto conto dei vincoli del PPR e delle leggi urbanistiche, per poterlo rendere più facilmente fruibile e accessibile” conclude il Primo Cittadino.

Gli scavi recentemente realizzati sotto la direzione della Soprintendenza, interrotti giusto una ventina di giorni fa, riprenderanno in Autunno. Ma già ora le indagini possono dirsi eccezionali per le evidenze archeologiche emerse. Hanno infatti permesso di riportare alla luce altri ambienti del villaggio che si caratterizzano per la tecnica muraria, differente da quella del nuraghe. I dati materiali ceramici e litici rinvenuti durante gli scavi confermano tuttavia che si tratta di strutture coeve alla costruzione del nuraghe: la diversità tra le tecniche deriverebbe quindi esclusivamente dalla volontà delle genti nuragiche che abitavano l’area.

“Le ultime campagne di scavo ci hanno restituito degli elementi che ci permettono di ricostruire la vita della comunità vissuta vicino al Nuraghe, con reperti che restituiscono anche resti di pasto, provenienti soprattutto dal mare - rivela la Funzionaria della Soprintendenza Archeologica di Cagliari Gianfranca Salis -. È una prova di quanto fosse forte il collegamento tra il mare e la comunità nuragica che si era installata su quest'altura. Sicuramente il Diana aveva un ruolo di controllo su tutta l'area costiera, in collegamento con gli altri siti megalitici, formando così un sistema territoriale che nel Bronzo Recente controllava e si rapportava con il mare. Gli scavi non sono finiti - ha poi precisato l’Archeologa -; dobbiamo fare i restauri di tutte le strutture che sono emerse e soprattutto dei materiali, che sono integri, perché quello che c'era dentro le capanne era il risultato di un momento di abbandono. Tutto questo lavoro ci permetterà di acquisire tante altre informazioni e al termine dello stesso sarà anche possibile garantire la fruizione pubblica dei materiali”.

Le nuove evidenze archeologiche troveranno sponda nella rassegna ‘Incanti, con un programma che prevede molto spazio per le conferenze con archeologi del mondo accademico, tra docenti universitari e funzionari della Soprintendenza, nonché professori che arriveranno dall’estero. In collaborazione con la Cineteca Sarda è inoltre prevista la proiezione di filmati sulla Sardegna. E non mancheranno i laboratori di archeologia sperimentale e le presentazioni di libri.

Le iniziative avranno inizio sabato 12 luglio e proseguiranno sino a ottobre, per un totale di 80 eventi circa, inclusi quelli che non verranno realizzati al Nuraghe Diana ma garantiranno visibilità all’altra area archeologica di grande interesse del territorio costiero quartese: la Villa Romana, in località Sant’Andrea. Il calendario prevede appuntamenti ogni settimana, nelle serate di venerdì, sabato e domenica. Sono previsti anche eventi riservati ai bambini, con l'attivazione di una serie di laboratori di archeologia sperimentale, e, ad agosto, una serata a scopo di beneficenza per raccogliere fondi da devolvere ai bambini di Gaza.

“Anche quest’anno daremo visibilità ai siti culturali del litorale quartese con la manifestazione Incanti al Nuraghe Diana e alla Villa Romana - dichiara soddisfatta la Direttrice artistica della rassegna Patrizia Zuncheddu -. Dal 12 luglio a fine ottobre abbiamo in programmazione circa un’ottantina di eventi che spaziano dalle conferenze con accademici esperti nella materia nuragica, ma non solo, alle presentazioni di libri, dai laboratori didattici che riguardano l’archeologica sperimentale alle proiezioni di documentari che si rifanno all’antica Sardegna. Abbiamo studiato un calendario davvero ricco e completo e siamo ormai pronti a iniziare”.

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Ultimo aggiornamento

07 Luglio 2025

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