Il Sindaco di Quartu Graziano Milia ha partecipato stamattina al sit-in promosso da CGIL, AGCI, Confcooperative e Legacoop, davanti alla sede sarda dell’INPS, per esprimere netta contrarietà nei confronti degli stravolgimenti operati dall’istituto previdenziale nell’ambito del bando 2025-2028 del Progetto Home Care Premium - Assistenza domiciliare.
Con riferimento a un’utenza beneficiaria stimata solo in Sardegna in circa 8mila persone, il nuovo bando rischia infatti di compromettere gli interventi più rilevanti, quali l’assistenza domiciliare svolta da operatori socio-sanitari, i servizi di sollievo per i caregiver, l’accesso a strutture extra domiciliari e servizi di trasporto assistito. Inoltre, la conferma dei tagli comporterebbe in Sardegna centinaia di licenziamenti, con contestuale riduzione degli orari di lavoro di moltissime operatrici della cura, dell’assistenza e dell’educazione, e conseguente ricorso agli ammortizzatori sociali.
“Quando ho saputo dei tagli del nuovo bando sono rimasto incredulo, tanto che ho pensato si trattasse di un errore - ha dichiarato Milia durante il suo intervento -. È logico che chi amministra debba fare delle scelte; anche io in questi giorni sono stato costretto a delle modifiche nel Bilancio di Quartu, ma mai toccherei le risorse per il Sociale, perché per come è strutturata la nostra società, per la difficoltà del tempo in cui viviamo, occorre tenere ben saldo un presidio culturale, di umanità, che ci consenta di avere speranza nel futuro”.
“Noi Sindaci siamo coloro che hanno più contatti diretti con i bisogni delle persone, li conosciamo, li vediamo, li tocchiamo con mano ogni giorno - ha proseguito il Primo Cittadino di Quartu -
. Ci sono tanti, troppi cittadini che si sentono quasi smarriti e noi cerchiamo di andar loro incontro. Pertanto voglio continuare a pensare si sia trattato di un mero errore e che non ci sia dietro una volontà, perché sarebbe una cosa orribile. E mi auguro che ci sia il buon senso di riconoscere quell’errore e che si possa tornare indietro e riparare”.