SERVIZIO EDUCATIVO DI STRADA, IL DISAGIO GIOVANILE SI CONTRASTA SUL TERRITORIO

È partito a Quartu il nuovo progetto dedicato alla nuove generazioni, e più specificatamente alla lotta al disagio giovanile. L’Assessorato alle Politiche Sociali ha infatti studiato e dato avvio al Servizio di Educativa di Strada, finanziato dalla Regione Sardegna e incluso tra gli interventi dell’Educativo Territoriale.

Data:
4 gennaio 2023

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È partito a Quartu il nuovo progetto dedicato alla nuove generazioni, e più specificatamente alla lotta al disagio giovanile. L’Assessorato alle Politiche Sociali ha infatti studiato e dato avvio al Servizio di Educativa di Strada, finanziato dalla Regione Sardegna e incluso tra gli interventi dell’Educativo Territoriale.

Il Servizio di Educativa di Strada è una nuova azione di prossimità avviata in città nel periodo di Natale. Interessa quei ragazzi e quelle ragazze che trascorrono parte del loro tempo libero in luoghi informali di ritrovo: la strada, la piazza, il bar, i distributori automatici di cibi e bevande. L’obiettivo del progetto, che rientra nel più ampio ambito delle Politiche Giovanili, è dare loro innanzitutto attenzione e poi ascolto, affinché si possano comprendere le loro priorità e soprattutto le loro esigenze.

Entrare in contatto con i nostri ragazzi, scoprire il loro ‘mondo’, significa anche poterli orientare e supportare in attività individuali e di gruppo, favorendo esperienze concrete di micro-progettualità ed occasioni aggregative ideate, e successivamente realizzate, proprio a partire dai loro bisogni, affrontando quindi le varie problematiche legate al disagio giovanile.

Gli Educatori di Strada potranno così realizzare nuove proposte educative capaci di intercettare, tra gli altri, anche i giovani  NEET e i  Drop Out. Il primo termine è un acronimo, deriva dall’inglese e significa ‘Not (Engaged) in Employment, Education or Training’: interessa la popolazione di età compresa tra i 15 e i 29 anni non occupata né inserita in un percorso formativo oppure di istruzione.  La seconda espressione include invece quei ragazzi che alimentano il fenomeno della dispersione scolastica.

Il programma punta quindi alla costruzione di reti più fitte di collaborazione con questa fondamentale fetta di cittadinanza, lavorando sul territorio, che diventa quindi il cantiere in cui costruire relazioni tra i ragazzi. È proprio lì sulla strada che si possono costruire percorsi di orientamento e di crescita, puntando anche sulla disponibilità e la partecipazione delle associazioni culturali, sportive e di volontariato del territorio cittadino.

Si tratta di un servizio complementare molto utile innanzitutto perché funge da antenna dei bisogni, per poi diventare anche occasione di micro-progettualità - spiega l’Assessore ai Servizi Sociali e alle Politiche Giovanili Marco Camboni -. È un sistema che entra nelle dinamiche dei gruppi informali in maniera discreta, un viatico nuovo, diverso dal solito, che permette di guadagnare la fiducia del minore. Gli educatori intercettano i loro bisogni e cercano di realizzarli. È quindi uno strumento che permette di avere una precisa mappatura di quelle che sono le aspettative dei giovani per la gestione del loro tempo libero e conseguentemente di potenziare l’apparato educativo già messo in campo da due anni a questa parte”.

I quattro educatori individuati, due figure maschili e due femminili, si stanno già alternando nel servizio sul territorio cittadino, coprendo tutte le fasce orarie, dalla tarda mattina al pomeriggio e poi anche la sera. I contesti territoriali da esplorare sono diversi e interessano sia la città compatta che i parchi e le zone più frequentate del litorale costiero. Una mappa già ben delineata che progressivamente sarà toccata in ogni punto critico.

Nel dettaglio il programma si delinea in 4 fasi, con più stadi all’interno di ciascuna di esse, così come di seguito riportato:

1) Mappatura territoriale

  • Osservazione, analisi, mappatura dei gruppi informali;

2) Costruzione di relazioni significative

  • Contatto e approccio con le compagnie stabili;
  • Creazione e consolidamento di una funzionale comunicazione con il territorio.

3) Rilevazione dei bisogni

  • Ascolto attivo, dialogo, osservazione;
  • Analisi delle domande espresse.

4) Ideazione, attivazione e continuità di attività e percorsi educativi e di animazione

  • Progettazione partecipata di attività di animazione;
  • Sviluppo di attività che valorizzino le risorse presenti sul territorio (spazi, strutture, organizzazioni).
Ulteriori informazioni

Aggiornamento:
04/01/2023, 13:49

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